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Concime funebre
A cura della Redazione

Dopo ben sette anni impegnati in ricerca e sperimentazione, è stato approntato un nuovo processo altamente tecnologico che consente una nuova forma di smaltimento dei defunti.
La biologa svedese Susanne Wiigh-Masak, responsabile del processo, ha spiegato in estrema sintesi come si svolge l’operazione di smaltimento. Il cadavere viene surgelato attraverso l’immersione in un bagno d’azoto liquido che rende il corpo fragile come il cristallo.
Una volta surgelato, viene sottoposto a delle vibrazioni così forti da farlo polverizzare. A questo punto non resta che disidratarlo e procedere con una operazione di separazione delle eventuali parti metalliche quali otturazioni dentali, protesi, pacemaker, etc.
Quest’ultima operazione è importante per garantire la completa eco-compatibilità del processo.
Dopo due ore circa, il processo della Dott.ssa Wiigh-Masak può dirsi terminato con la deposizione del materiale derivante dall’operazione dentro appositi contenitori (simili ad urne cinerarie) in materiale biodegradabile come l’amido di mais.
La sperimentatrice consiglia poi di reintrodurre il tutto nel ciclo naturale, utilizzando il materiale derivante dall’operazione per fertilizzare i vegetali presenti nel proprio giardino.
I 20kg circa di materiale derivante dal processo suddetto, possono infatti fungere quale valido fertilizzante per un albero o una pianta, che, dal punto di vista affettivo, possono ridare una sorta di fisicità al defunto.
Tale innovativa soluzione pare essere promettente al punto che la biologa titolare del processo, ha costituito una società, la Promessa AB, che commercializza tale sistema e fornisce anche macchinari e know-how per la costruzione dei relativi impianti.
A tale processo si è interessata anche la Linde, una multinazionale protagonista del mercato dei gas liquefatti, che ne ha acquisito una quota di controllo.
Da segnalare, infine, l’interesse palesato dalla Chiesa svedese che partecipa (pur con una quota di minoranza) al capitale sociale della Promessa AB, a dimostrazione dell’interesse che l’ecclesia locale ripone verso tali particolari esequie.
Nel frattempo le autorità nazionali svedesi stanno valutando come modificare il proprio corpus giuridico al fine di legalizzare questo nuovo tipo di sepoltura (in fondo sempre di questo si tratta).
A Jonkoping, città svedese, si stanno avviando i lavori per la costruzione del primo impianto di polverizzazione ad azoto liquido, impianto che dovrebbe sostituire l’obsoleto crematorio attualmente presente.
La biologa Dott.ssa Wiigh-Masak, fiera della propria sperimentazione e del successo riscontrato, ha dichiarato: “L’interesse verso tale processo è colossale. E’ quasi più facile dire che solo l’Antartide non ha chiamato per avere maggiori informazioni”.
E’ altresì possibile visitare il sito www.promessa.se che riporta in tre lingue differenti (purtoppo non in italiano) informazioni interessanti verso tale innovativo processo.


Il processo per immagini (preso dal sito suddetto): Il corpo viene congelato a –18° C






Poi viene immerso nell’azoto liquido a –196°C. Ciò rende il corpo del defunto estremamente fragile.








Dopo di che il corpo viene sottoposto a vibrazioni che frammentano il cadavere in parti millimetriche.







Dal materiale risultante vengono tolte le sostanze non eco-compatibili.






Il tutto viene inserito dentro un contenitore biodegradabile in amido di mais.






Il contenitore può essere inumato e si disgregherà completamente in circa 9-12 mesi. Può essere altresì utilizzato quale concime per arbusti, fiori o piante.