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Six feet under alla terza edizione

A cura di Alessandro Bosi

L’anno scorso, con l’ISOL n.18 del 18 marzo, avevamo informato di una nuova serie TV dal titolo “SIX FEET UNDER” (letteralmente ”sei piedi sotto terra”), che trattava le gesta di una famiglia di impresari funebri di Los Angeles, i Fisher.

Riportammo quella notizia in quanto ci parve curioso che un telefilm si occupasse di una realtà, quella degli impresari funebri, che, inevitabilemente, è relativa ad argomenti (i lutti ed i relativi funerali) dei quali, di norma, la gente cerca di non parlare né tanto meno pensare.

Gli ascolti, non solo in Italia ma anche in tutti i paesi ove tale telefilm è andato in onda, hanno invece palesato un grandissimo gradimento da parte degli spettatori. La serie tv SIX FEET UNDER è stata un successo tale da ottenere anche numerosissimi premi internazionali.

Lo sceneggiatore e co-produttore Alan Ball, noto per avere scritto la sceneggiatura del noto film “American Beauty”, sulla scorta dei consensi ottenuti ha deciso di dare un seguito alla serie televisiva.

In America la terza serie è terminata il 21 agosto scorso, mentre da noi è iniziata il 28 settembre 2005 e viene trasmessa in seconda serata (probabilmente in considerazione della tipologia del telefilm e degli argomenti trattati).

E intanto gli estimatori di questa serie sono già corsi ad accaparrarsi i primi cofanetti di DVD relativi alle prime 2 series del telefilm, resi disponibili da qualche tempo dalla Warner Home Video.

Per cercare di accontentare i fans della serie, la Universal Record ha inserito in catalogo anche la colonna sonora del telefilm. Nell’album sono presenti brani degli Interpol, Arcade Fire e Caesars che hanno partecipato di buon grado alla composizione della colonna sonora di questo telefilm di successo.

Il segreto del gradimento del telefilm “SIX FEET UNDER” è racchiuso nella non semplice capacità degli sceneggiatori e del regista di mettere a nudo le vicende dei Fischer (l’impresa funebre protagonista del telefilm) sia dal punto di vista lavorativo, rivelando anche alcune problematiche insite nel mestiere, sia dal punto di vista umano dei protagonisti.

Ciò che è stato apprezzato dai fans del telefilm è stato l’aspetto dissacrante ma non di cattivo gusto, con il quale sono stati affrontati gli argomenti, articolati sempre intorno ad un decesso (non poteva essere altrimenti!).

Proporre il solito “polpettone” come accaduto (a accade) in altre series o soap opera sarebbe stato facile e sbrigativo, invece SIX FEET UNDER ha trattato l’argomento “morte” con dialoghi mai melensi e scontati o tanto meno retorici e penosi, riuscendo di fatto ad esorcizzare, sempre con rispetto, la morte ed il lutto con una regia e sceneggiatura intelligente.