A fine
maggio 1999 (sedici anni dopo la sua morte), i giornali stranieri
hanno finalmente annunciato che “La bara di Kennedy era stata dispersa
in mare”.
Della morte del Presidente Kennedy ne abbiamo già diffusamente parlato,
non solo ricordando ed illustrandone il rito funebre, ma anche confrontato
le sue vicende umane e politiche con quelle del suo grande predecessore
Abramo Lincolm
Avevamo
già riferito che la prima bara (metallica) utilizzata per il trasporto
della salma da Dallas a Washington era stata poi sostituita con
un’altra in mogano in quanto la prima risultava danneggiata (perdendo
anche una maniglia) durante i vari tentativi per caricarla a bordo
dell’aereo presidenziale dal portello passeggeri.
L’esposizione
del feretro alla Casa Bianca
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Questa
bara era poi finita, il 19 Marzo 1964, nei depositi degli National
Archives statali, sistemata in luogo sicuro, ben protetta e accessibile
solo a pochissime ed autorizzate persone. La notizia non fu mai resa
nota ed è anche per questo che di essa non risultano foto “pubbliche”.
Infatti, tutti gli spostamenti del feretro di Kennedy (ma forse sarebbe
meglio dire dei feretri), da Dallas alla base aerea di Andrews, da
qui a Washington, poi alla Casa Bianca, quindi al cimitero militare
di Arlington, furono in pratica “blindati” con grande spiegamento
di forze. Quindi nessun fotografo avrebbe potuto scattare delle istantanee
salvo quelli militari, che in quanto tali avevano l’obbligo del top
secret.
L’immagine
della cassa metallica, in particolare, non era mai stata divulgato
e, come abbiamo detto, le sue ultime notizie si erano fermate al
1994, nei depositi dell’Archivio Nazionale di Stato.
Va
anche detto che, vuoi per l’illustre personaggio che l’aveva … abitata
(si fa per dire), sia per l’innata curiosità dei giornalisti americani,
i mass media avevano fatto numerose indagine alla ricerca di una
foto che avrebbe rappresentato per il lettore USA un vero e proprio
scoop.
La
cassa era così segretata, che molti hanno anche supposto un suo
affidamento per la conservazione, nientemeno che alla CIA,
Anche
la Famiglia Kennedy, subito dopo la morte del congiunto, aveva più
volte chiesto che fosse trovata un’adeguata sistemazione per la
prima bara oppure che venisse distrutta e questo perché si voleva
evitare che essa potesse diventare una reliquia storica per i collezionisti
e che quindi potesse essere oggetto di commercio.
La
loro insistenza è stata premiata solo nel 1966, ma non è mancata
nel frattempo la burocrazia (anche in America esiste) ed i suoi
ritmi lenti.
Prima
bisognava stabilire dove sistemare definitivamente la bara in modo
adeguato, il che coinvolgeva numerosi enti e determinava la necessaria
serie di autorizzazioni.
Poi
occorreva definire che fine avesse dovuto fare il cofano. Scartata
la soluzione di interrarlo – in quanto poteva diventare un luogo
di morbosa attrazione turistica - si è optato per affondarlo in
mare, individuando a tal fine nell’Oceano Atlantico una zona abitualmente
riservata un tempo alle forze armate per disperdere munizioni difettose
o obsolete.
Ma
chi avrebbe dovuto trasportare la cassa? Altro problema da risolvere,perché
come è noto, fra marina, aviazione ed esercito, anche in america
non corre “buon sangue” soprattutto quando si tratta di atti d’onore.
Fra i tre concorrenti, prevalse l’aviazione.
Finalmente
sembrava tutto definito e pronto per l’esecuzione, quando il solito
burocrate ebbe a sollevare il problema di chi avrebbe dovuto ufficialmente
autorizzare la distruzione della bara. Non era una questione solo
amministrativa, ma anche burocratica, in quanto occorreva individuare
che avrebbe materialmente pagato la fattura. IN definitiva: chi
era il vero proprietario del bene in oggetto?
Panico
nelle varie amministrazioni statali e ricerca affannosa dei documenti
di pagamento.
La
ricerca dimostrò che la fattura di USD 1.031 era stata debitamente
pagata dall’Amministrazione dello Stato e che quindi tutto poteva
considerarsi perfettamente in regola.
Così
il 17 Febbraio 1966 la bara veniva consegnata al Ministero della
Difesa e il giorno seguente, 18 Febbraio 1966, veniva caricata su
un aereo militare (un C130E), dopo essere stata zavorrata con circa
300 chili di sabbia e forata in piparti.
Alle
8,30 locali l’aereo decollava dalla base militare di Andrews (la
stessa dove era arrivata più di due anni prima la salma) dirigendosi
verso il mare e dopo un’ora e mezzo di volo, raggiunto il punto
stabilito e alla quota di 150 metri, la bara veniva lanciata sostenuta
da un piccolo paracadute
per attutire l’impatto con l’acqua.
Così
la prima cassa che aveva contenuto il corpodi Kennedy e affondava
lentamente verso la sua definitiva ed eterna destinazione a circa
2.700 metri di profondità.
L’aereo
volò in circolo per 20 minuti onde assicurarsi che nulla tornasse
in superficie e quindi rientrò alla base militare di Andrews.
A
complemento di quanto descritto, siamo in grado di pubblicare i
documenti ufficiali riguardanti l’operazione.
Dobbiamo
però riportare – per dovere di cronaca – che vi furono sempre sospetti
sulla prima bara e nel 1970 un operatore tecnico dei servizi medici
della Marina (e fu proprio un‘ambulanza della Marina a trasportare
la salma dall’aeroporto militare di Washington all’ospedale Bethesda,
appartenente anch’esso alla Marina) disse ad una commissione ispettiva
del Congresso che la salma arrivò all’ospedale in un semplice contenitore
metallico grigio (solitamente usato per raccogliere le salme di
incidenti stradali) e non in una vera e propria bara metallica.
Qualcuno avrebbe addirittura avanzato l’ipotesi che la bara metallica
fosse poi stata distrutta per porre la parola fine alla controversa
questione sull’esistenza di due bare.
Con
lettera dell’11 Febbraio 1966 l’Attorney General degli Stati Uniti
(Procuratore Generale, ovvero il più alto magistrato dello Stato)
dava l’autorizzazione definitiva e pertanto si poteva dare il via
all’operazione già predisposta in tutti i dettagli.
QUANTO COSTÒ IL FUNERALE DI KENNEDY
Dai controlli contabili
del tempo (il documento è in effetti il riferimento ai dettagli
della fattura) le spese funebri per le operazioni professionali
rese a Washington per le esequie di Kennedy ammontarono a USD 3.160,
cifra che in rapporto ad oggi, possono rappresentare qualche cosa
come quasi 15.000 euro.
Il
prezzo comprendeva: imbalsamazione, vestizione, incassamento; fornitura
bara in mogano e assistenza del personale durante tutta la cerimonia
funebre.
Prima
di pagare la fattura, l’Amministrazione americana chiese una perizia
alla Federazione Nazionale (NFDA).
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