Cremazione

 


Dispersione? come siamo indietro...

A cura della Redazione

Il Falocon 1, a cui saranno affidate le ceneri da disperdere nello spazio

Avremmo potuto inserire questa notizia nella rubrica “Curiosità”, ma crediamo che essa possa avere una valenza superiore, in quanto, mentre in Italia ci si dibatte ancora, dopo tre anni e mezzo, sulla possibilità o meno di disperdere le ceneri, ecco un lancio di agenzia (ovviamente americana) che attesta come, oltreoceano, il problema non è se disperdere o meno le ceneri, ma con quali mezzi e dove (oltre ovviamente gli usuali laghi, monti, mari, ecc.). Si sta infatti, per realizzare concretamente a Washington la dispersione delle ceneri dei defunti nel cosmo.

La Space Service di Houston in Texas, ditta di pompe funebri spaziali, ha dichiarato che al massimo entro la prima quindicina di ottobre 2004, avverrà il primo lancio funebre nello spazio.
A tal fine è stato allestito un razzo, il Falcon 1, che porterà con sé le ceneri di 150 persone.Per motivi di spazio e di peso, saranno però ammessi a bordo del mezzo spaziale solo 7 grammi di ceneri per persona al costo di 5.000 $ americani (comprensivo di relativo video ricordo dell’evento da consegnare ai parenti).

Il razzo decollerà dalla base area di Vandenberg in California e, una volta giunto nello spazio, graviterà per anni intorno alla terra con il proprio inusitato carico, destinato gradualmente a rientrare e subire, dall’impatto con l’atmosfera terrestre una nuova cremazione.

Il presidente della Space Service, il Sig. Charles Chafer, ha dichiarato l’iniziativa della dispersione spaziale delle ceneri, ha riscosso un discreto successo sia negli Stati Uniti (dove la richiesta di cremazione negli ultimi trent’anni è quadriplicata), sia all’estero con il Giappone tra i migliori clienti.

Se il primo lancio avverrà senza intoppi, le intenzioni della impresa funebre spaziale sono di inviare razzi analoghi almeno quattro volte all’anno.

Vedremo se tale iniziativa avrà il preannunciato successo “galattico” o se resterà fantascienza…

Nel prendere atto, comunque della notizia, ci è venuto in mente un “prodotto” che avevamo visto al Funerarie di Parigi dell’anno scorso.

Nell’illustrarlo, scrivevamo: “La Vezzani ha presentato un elegante cofanetto in legno, contenente due capsule metalliche, una dorata ed una argentata, che renderebbero possibile l’attuazione della norma contenuta nella Legge 130/2001, che prevede l’obbligo per le USL di conservare tessuti organici di ogni cadavere, per eventuali esami sul DNA, conseguenti ad accertamenti giudiziari post mortem o procedure di riconoscimento”.

Visto che della normativa sulla conservazione del DNA non se ne è più parlato, né a livello di proposte nazionali che a quello di normative regionali, non è affatto detto che il lavoro genialmente espresso dalla Vezzani sia andato del tutto disperso… la sua capsula potrebbe avere un’altra funzione legata… allo spazio.


Le capsule della Vezzani