Se
in Italia stiamo assistendo al problema della esigua disponibilità
di spazi cimiteriali, per i Zoroastriani dell’India il problema
non si pone in quanto la loro religione non consente le pratiche
di sepoltura o di cremazione. Infatti, al momento del decesso, i
corpi dei cadaveri vengono portati in spazi lontani dalle abitazioni
e lasciati a cielo aperto a disposizione degli avvoltoi che, come
noto, si nutrono di carcasse di animali ed esseri umani.
Il problema che sta cercando di affrontare l’India è di tutt’altra
natura rispetto a quello italiano ed è riconducibile alla progressiva
e tangibile diminuzione del numero di avvoltoi che, da sempre, ripulivano
città e campagne indiane dalle carcasse dei cadaveri. Il ruolo di
questi volatili è sempre stato molto importante in quanto con il
loro operato hanno evitato il diffondersi di pericolose malattie.
Da qualche anno dunque si sta assistendo alla morte di decine
di milioni di rapaci di tre specie asiatiche (Gyps bengalensis,
indicus e tenuirostris) e pare che non si riesca ad individuare
una valida alternativa agli avvoltoi per garantire il corretto smaltimento
dei cadaveri di animali ed umani.
Infatti
è noto che, per gli indiani, le vacche sono ritenute animali sacri
che non possono essere seppelliti. Quando si verifica un decesso
in un centro abitato, l’animale viene portato in spazi distanti
dalle abitazioni e lasciato in balia degli avvoltoi che, in breve
tempo, riducono la carcassa ad un mucchio di ossa.
La
progressiva riduzione di avvoltoi sta lasciando spazio ai cani randagi
che stanno cominciando a cibarsi di questi cadaveri, con il rischio
che possa verificarsi una pericolosa esplosione di virus quali la
temuta rabbia.
Nel frattempo è stata definita la causa in base alla quale
si sta assistendo a questa progressiva moria di avvoltoi, ed è riconducibile
ad un farmaco, il Dicoflenac, che dal 1991 è stato somministrato
alle vacche. Tale farmaco è un antidolorifico innocuo per l’uomo
e la maggior parte degli animali, ma estremamente letale per gli
avvoltoi che ne assumono le sostanze cibandosi dei cadaveri delle
vacche.
Questa
sostanza è stata prontamente proibita e forse ciò consentirà di
non arrivare alla totale estinzione delle tre specie sopra indicate.
Ugualmente le autorità si sono attivate per creare un centro di
riproduzione in cattività degli avvoltoi affinché possano con tempo
tornare ad assicurare la propria “funzione pubblica” scongiurando
il dilagare di malattie.
La
tempistica però non è breve, in quanto questi animali ci mettono
circa 5 anni a raggiungere la maturità sessuale e partoriscono un
solo cucciolo alla volta.
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