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India in allarme

A cura di Alessandro Bosi



Se in Italia stiamo assistendo al problema della esigua disponibilità di spazi cimiteriali, per i Zoroastriani dell’India il problema non si pone in quanto la loro religione non consente le pratiche di sepoltura o di cremazione. Infatti, al momento del decesso, i corpi dei cadaveri vengono portati in spazi lontani dalle abitazioni e lasciati a cielo aperto a disposizione degli avvoltoi che, come noto, si nutrono di carcasse di animali ed esseri umani.

Il problema che sta cercando di affrontare l’India è di tutt’altra natura rispetto a quello italiano ed è riconducibile alla progressiva e tangibile diminuzione del numero di avvoltoi che, da sempre, ripulivano città e campagne indiane dalle carcasse dei cadaveri. Il ruolo di questi volatili è sempre stato molto importante in quanto con il loro operato hanno evitato il diffondersi di pericolose malattie.

Da qualche anno dunque si sta assistendo alla morte di decine di milioni di rapaci di tre specie asiatiche (Gyps bengalensis, indicus e tenuirostris) e pare che non si riesca ad individuare una valida alternativa agli avvoltoi per garantire il corretto smaltimento dei cadaveri di animali ed umani.

Infatti è noto che, per gli indiani, le vacche sono ritenute animali sacri che non possono essere seppelliti. Quando si verifica un decesso in un centro abitato, l’animale viene portato in spazi distanti dalle abitazioni e lasciato in balia degli avvoltoi che, in breve tempo, riducono la carcassa ad un mucchio di ossa.

La progressiva riduzione di avvoltoi sta lasciando spazio ai cani randagi che stanno cominciando a cibarsi di questi cadaveri, con il rischio che possa verificarsi una pericolosa esplosione di virus quali la temuta rabbia.

Nel frattempo è stata definita la causa in base alla quale si sta assistendo a questa progressiva moria di avvoltoi, ed è riconducibile ad un farmaco, il Dicoflenac, che dal 1991 è stato somministrato alle vacche. Tale farmaco è un antidolorifico innocuo per l’uomo e la maggior parte degli animali, ma estremamente letale per gli avvoltoi che ne assumono le sostanze cibandosi dei cadaveri delle vacche.

Questa sostanza è stata prontamente proibita e forse ciò consentirà di non arrivare alla totale estinzione delle tre specie sopra indicate. Ugualmente le autorità si sono attivate per creare un centro di riproduzione in cattività degli avvoltoi affinché possano con tempo tornare ad assicurare la propria “funzione pubblica” scongiurando il dilagare di malattie.

La tempistica però non è breve, in quanto questi animali ci mettono circa 5 anni a raggiungere la maturità sessuale e partoriscono un solo cucciolo alla volta.