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Cosa accade quando muore un pontefice

di Alessandro Bosi



Complice la televisione, la radio ed i giornali, tutto il mondo ha potuto seguire l’agonia di Papa Wojtila e, dopo il suo decesso, la relativa cerimonia funebre.

Cordoglio a parte, tutti noi abbiamo appreso informazioni ed immagini del decesso del Pontefice con naturalezza ed ovvietà, abituati a fruire senza problemi di tutti quei servizi e mezzi di comunicazione frutto del nostro tempo.

Non è stato sempre così. Fino al 1958, all’epoca di Pio XII, il decesso del Pontefice era un momento sacro che, per rispetto e tradizione, veniva vissuto a porte chiuse, lontano da quella “aggressione mediatica” alla quale abbiamo assistito in occasione della morte di Papa Wojtila.

Infatti in quell’anno, le foto dell’agonia di Pio XII furono per la prima volta divulgate all’esterno ad opera del medico del Pontefice (che fu poi successivamente radiato dall’Ordine per tale azione), rivelando al mondo immagini inedite alle quali molte persone non erano assolutamente preparate.

Chissà cosa direbbero oggi quelli che nel ’58 gridarono alla ”violenza gratuita sul popolo”, apprendendo che c’è stato anche chi, in occasione dell’ultimo saluto al Pontefice, ha pensato bene di scattare una foto al cadavere del Papa con il proprio telefonino ed inviarla, come un trofeo o una cartolina, agli amici a casa…

E’ evidente, i tempi cambiano e quello che ieri era una novità oggi è prassi quotidiana ( anche se, personalmente, ritengo che in certi casi bisognerebbe non perdere di vista il buon gusto).

Nonostante questa rivoluzione mediatica, sono tutt’ora vigenti una nutrita serie di adempimenti che la tradizione e le norme Vaticane prevedono.

Ritengo che, per mera informazione e curiosità, possa essere interessante riportare i comportamenti che il protocollo prevede.

Fase 1 – Il decesso del Papa

Alla notizia del decesso del Pontefice il cardinale camerlengo deve procedere all’accertamento ufficiale in compresenza del maestro delle celebrazioni liturgiche, del cancelliere della Camera Apostolica (nonché segretario).
Il Cancelliere compila dunque il documento di morte.
Il cardinale camerlengo a questo punto procede ad apporre i sigilli alla camera ed allo studio del Pontefice e comunica l’avvenuto decesso al vicario di Roma che con una speciale notifica procede alla diffusione della notizia. Le campane di San Pietro suonano rintocchi a martello mentre viene chiuso una metà del portone bronzeo.

Dopo di che si procede alla composizione della salma ad opera dei medici vaticani e viene rivestita dei paramenti pontifici.

Questi ultimi constano in diversi indumenti ed accessori:
-         la mitria bianca sul capo;

-         la “casula”, il mantello di colore rosso che si usa per la S.S.Messa;

-         il “pallio”, la striscia di lana bianca con croci nere.

Così composta, la salma viene poi portata di norma nella Basilica di S.Pietro per una esposizione ai fedeli che si protrae per tre giorni.

Nessuno può fotografare il corpo del Papa defunto senza autorizzazione. Qualora il cardinale camerlengo ritenga che l’eventuale fotografia del Papa possa essere intesa quale documentazione, questi può concedere l’autorizzazione. E’ necessario precisare che, qualora la salma non sia ancora vestita degli abiti pontificali, resta impossibile scattare alcun tipo di foto.

Nel caso il decesso del Papa avvenga fuori dal Vaticano, di norma il Collegio dei Cardinali dispone che la salma venga trasferita nello Stato del Vaticano.

Fase 2- Il funerale
Le esequie in suffragio del Papa mancato si chiamano “Novendiali” ( da novem dies) in quanto si protraggono per nove giorni e vengono celebrate dai cardinali che si atterranno fedelmente alle norme dell’ Ordo exsequiarum Romani Pontificis e dell’Ordo rituum Conclavis.

I funerali solenni avvengono però di norma dopo tre giorni dal decesso. L’incarico di verificare lo stato di conservazione della salma è ad opera dei tecnici dell’istituto di medicina legale dell’Università di Roma.

Oggi le tecniche di conservazione dei cadaveri sono diverse da un tempo. Una volta era infatti usanza rimuovere gli organi interni per prolungare l’imbalsamazione e questi ultimi detti “precordi” venivano conservati in speciali anfore che sono ancora depositate nella chiesa dei Santi Anastasio e Vincenzo a Roma.

L’usanza dei precordi è venuta meno sotto Pio X che durante il suo pontificato dal 1903 al 1914 abolì questa usanza.

Il Funerale papale viene detto “Missa poenitentialis” e viene celebrato in San Pietro alla presenza delle delegazioni di Stato di tutto il pianeta.

Per il funerale la salma del Papa viene chiusa in una triplice cassa fatta di cipresso, di piombo e di noce e tumulata nelle grotte vaticane.

Se la tumulazione avviene nella Basilica Vaticana, il documento di sepoltura è compilato dal Notaio del Capitolo della medesima Basilica oppure dal Canonico archivista. Dopo questa compilazione, un delegato del Cardinale Camerlengo ed un delegato del Prefetto della Casa Pontificia redigono separatamente i documenti che fanno fede della avvenuta tumulazione.

Di norma questo è ciò che accade ma va precisato che il Papa può lasciare disposto che, per quanto concerne il proprio corpo, vengano attuati comportamenti diversi.

Ad esempio, non sono pochi i Papi che non hanno voluto essere tumulati nelle grotte vaticane:

-         Martino I, morto in Crimea e sepolto a Roma;

-         Adriano II, morto a Modena e sepolto a Nonantola (MO);

-         Silvestro II, sepolto nella basilica Lateranense di Roma;

-         Damaso II, tumulato fuori le mura di Roma a S.Lorenzo;

-         Vittore II, morto ad Arezzo e sepolto a Ravenna a S.Maria Rotonda;

-         Stefano IX, morto e tumulato a Firenze in S.Lorenzo;

-         Leone XIII, morto e tumulato a Roma nella Basilica del Laterano.

Nei casi in cui la tumulazione dovesse avvenire in un altro luogo stabilito dal Pontefice, il relativo documento autentico sarà compilato dal Notaio del Capitolo della Basilica o Cattedrale designata oppure dal Canonico Archivista. In un momento successivo un delegato del Cardinale Camerlengo e del Prefetto della Casa Pontificia stenderanno i distinti documenti che facciano fede dell’avvenuta tumulazione nel luogo designato.

Sia che la sepoltura avvenga in Vaticano o in altro luogo, il protocollo prevede che dopo che quest’ultima sia stata effettuata e fino all’elezione del nuovo Pontefice, l’appartamento papale non possa essere abitato da nessuno.

Fase 3- Il testamento
Qualora il Papa defunto abbia fatto testamento e nominato un esecutore testamentario, questi dovrà eseguire il mandato per quanto concerne i beni privati e gli scritti del defunto Pontefice, nonchè renderne conto unicamente al nuovo Papa.

E’ altresì opportuno, ai fini della sepoltura del Papa, verificare se nel testamento di quest’ultimo venga detto alcunché circa il luogo ove il Pontefice ha manifestato desiderio di essere sepolto.

L’eventuale scelta del Pontefice di essere sepolto in diversi luoghi rispetto alle Grotte Vaticane, deve essere prontamente comunicata al Collegium Cardinalium in Congregatione generali affinché tale collegio disponga quanto necessario alla desiderata traslazione e sepoltura.