ATTUALITA'
Storie dal silenzio
I
caduti della Grande Guerra della Certosa di Bologna
in una nuova applicazione virtuale
Come
tutti i cimiteri, in particolare quelli monumentali, anche
la Certosa di Bologna può essere considerata un museo
a cielo aperto, un libro capace di raccontare le storie delle
persone che non ci sono più. Tra i tanti ambiti che
raccolgono tombe e monumenti funebri, il Chiostro Sesto si
apre al biancore lunare della pietra dIstria del Monumento
Ossario ai caduti della Grande Guerra. Progettato da Filippo
Buriani e Arturo Carpi ed inaugurato il 4 novembre 1933, ha
nelle statue dei due soldati di Ercole Drei una guardia perenne
alle sale ipogee che accolgono più di tremila caduti.
Nomi e cognomi di soldati provenienti da ogni parte dItalia
si susseguono sulle sue pareti, e ci ricordano che Bologna
fu importante centro ospedaliero di prima retrovia, raccogliendo
masse di feriti e di malati che giungevano dal fronte, in
particolare dopo Caporetto. Accomunati nella morte a coloro
che in vita furono nemici, accanto agli italiani riposano
anche duecento militari austriaci, che videro la loro guerra
concludersi in prigionia. I bolognesi nel Monumento non sono
più di cinquecento, molti dei quali traslati dai cimiteri
di guerra realizzati frettolosamente e altrettanto rapidamente
dismessi allinizio degli anni Venti. Ma la provincia
di Bologna ha pagato alla guerra un tributo di quasi undicimila
morti, e almeno altri duecento tra questi sono stati sepolti
nelle tombe di famiglia sparse nei vari campi della Certosa,
suggellati da lapidi che in alcuni casi sono in grado di raccontarci
qualche particolare in più delle loro brevi esistenze.
Tuttavia, sia che si tratti di tombe individuali sia, a maggior
ragione, che si tratti delle asciutte lapidi del Monumento,
ad ormai novantanni di distanza da quei tristi avvenimenti,
le storie di tutti quei giovani ci sono diventate sconosciute.
Per non lasciare che quei nomi e quei volti sulle lapidi scivolassero
sempre più verso lindistinto e la dimenticanza,
il progetto del Museo Virtuale della Certosa (www.certosadibologna.it),
curato dal Comune di Bologna e dal Cineca, prosegue il suo
lavoro di recupero della memoria. Dopo essersi dedicato alla
Resistenza a Bologna e provincia, propone ora al pubblico
unapplicazione informatica dedicata alla Grande Guerra.
Il
Monumento è stato ricostruito in realtà virtuale
e messo a disposizione del pubblico del web per fungere da
portale di accesso ai dati che sono stati raccolti ed organizzati
in un database. Con la collaborazione del Museo Civico del
Risorgimento di Bologna, incrociando le informazioni tratte
da liste, testi e archivi, è stato possibile affiancare
a quei nomi stringate biografie e documenti, anche personali,
come lettere scritte ai familiari dal fronte, cartoline, foto,
oltre ad articoli di giornale e documenti ufficiali. È
stato quindi possibile mettere in relazione le persone con
la grande storia, con le battaglie i cui nomi campeggiano
nel Monumento stesso, nel corso delle quali loro, piccoli
granelli nel meccanismo della guerra, hanno brillato e si
sono spenti. Persone delle quali le lapidi ci dicono poco
o nulla sono ora in grado di raccontarci qualcosa
della loro vita. Numerosi tra i bolognesi furono inquadrati
nel 35° reggimento fanteria e interrogando i dati scopriamo,
per esempio, che alcuni sono morti nellarco di pochi
giorni, nel corso della medesima battaglia, e vedendo le loro
tombe, ora, possiamo ragionevolmente immaginare che si conoscessero
ed che abbiano combattuto fianco a fianco. Laviatore
ci narra nuovamente delle sue imprese spericolate,
che sembrava non avrebbero mai avuto fine e che invece un
colpo di pistola, sparato da terra, interrompe bruscamente.
Il giovane studente, così come il colono, soffrono
e muoiono di polmonite, di tubercolosi, di tifo, con la malattia
che miete la metà di tutti i caduti. Le onorificenze
conseguite, il dolore dei parenti, le foto con volti sorridenti,
seri, malinconici o sfrontati, le notizie, gli approfondimenti,
i canti ed i discorsi ufficiali si mescolano per riavvicinarci
ad unepoca e a chi la ha vissuta grazie ad un lungo
lavoro di ricerca prima e di messa a disposizione del pubblico
poi. La flessibilità della banca dati consente di realizzare
interrogazioni anche complesse, intrecciando luoghi, eventi,
corpi militari e informazioni sulle persone, ma, soprattutto,
permette il continuo ampliamento dei materiali raccolti. La
fruizione mediante internet accresce enormemente il bacino
di possibili visitatori che, attraverso un campione di settecento
caduti, possono ugualmente ripercorrere tutti gli aspetti
principali del conflitto. Lapplicazione si propone,
quindi, come ausilio alla ricerca per gli studenti, strumento
di lavoro per gli studiosi, collezione di memorie per i cittadini,
ma non solo. Restituire ai caduti il ricordo significa restituire
loro la voce e la possibilità di raccontarci la loro
storia e una Storia che non va dimenticata.
Le
prossime tappe della realizzazione del Museo Virtuale saranno
la modellazione del Chiostro Terzo, la formidabile raccolta
di scultura e pittura neoclassica che distingue la Certosa
di Bologna da tutti gli altri cimiteri europei, prevista per
la primavera 2007; e la ricostruzione della necropoli etrusca
sul cui sito fu edificato il convento a metà del XIV
secolo e che ha dato al Museo Civico Archeologico di Bologna
una parte significativa delle sue collezioni. Ancora, per
lautunno 2007 sarà pronta la ricostruzione delle
vicende storiche di Monte Sole, con al centro la ricostruzione
dei luoghi della strage nazista compiuta nel 1944.
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